Mi sono sempre ritenuta persona libera e, soprattutto, curiosa delle
libertà degli altri. Vittima da sempre di una buona educazione che mi
impedisce di parlare di sesso e di soldi, ma non di farne e di
spenderne. Infatti non sopporto chi parla troppo di entrambi, mi mette
profondamente in imbarazzo. Avrò forse dei tabù? Probabile, ma chissene.
Fregarsene di un sacco di cose è già un buon inizio per abbattere i
tabù, ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia dalla quale ho
imparato una grande dote: il senso dell’umorismo che è in grado non solo
di scardinare, ma di distruggere tanti tabù.
Bisogna dire che con
questa mania dei social network e che tutti ti raccontano i fattacci
loro secondo per secondo ormai trovare un tabù è cosa rara e bella.
Faccio qualche esempio
Primo tabù
Mai ammettere di essersi sottoposti a intervento di chirurgia estetica.
E
chi l’ha detto? D’accordissimo, purché non si cada nel grottesco.
L’altro giorno a un funerale, dove ormai noi cinquantenni ci incontriamo
spesso e non volentieri, e socializziamo (conosco due che si sono
fidanzati con la scusa di un bicchierino consolatorio, caduto anche il
tabù del rispetto per il morto, ma tanto loro non ci sono più e se da
lassù vedono magari gli fa anche piacere aver fatto da cupido), dicevo,
l’altro giorno a un funerale incontro una vecchia amica. Come va, come
stai, brutto incontrarsi solo in queste occasioni e bla bla bla. Ti
trovo bene sembri una ragazzina, dico io. Certo, risponde lei, ho fatto
la blefaro (che per chi non lo sapesse trattasi di blefaroplastica, in
parole povere una operazione alle palpebre che toglie rughe e borse
sotto gli occhi e ti ridà lo sguardo dei vent’anni). Ma vi pare una
risposta da dare? Mi veniva da ridere. Che, per quanto si sia persone
senza tabù, ai funerali bisognerebbe mantenere un certo contegno. E mi è
tornata in mente una conversazione di un mesetto prima. Incontro
un’altra amica, ci si saluta e ancora prima dei convenevoli lei, un po’
seccata, mi dice: non noti nulla? Certo, hai cambiato pettinatura
(normalmente funziona). Macchè, ho fatto la blefaro. Francamente mi
sembrava uguale a come la ricordavo. Ma lei era così felice… Ora,
probabilmente è diventato un vanto spiattellare la blefaro come fosse un
accessorio firmato. Che, essendo firmato, si spiattella già da solo.
Non dico di nascondere la cosa ma che so, parlarne dopo qualche minuto
di conversazione, giusto se si va sull’argomento.
Secondo tabù
Parlare di menopausa.
D’accordo
farlo fra amiche. Ma l’altra sera a una cena ero a un tavolo di quasi
tutti uomini quando una (simpaticissima a dire il vero) signora se ne
esce con questa cosa della menopausa, la sua. Io stavo male dal ridere
ma non potevo sputacchiare sushi da tutte le parti. I miei vicini erano
imbarazzatissimi, anche perchè tagliati fuori dalla conversazione. E fra
un racconto di scalmane e un altro di sbalzi di umore ne siamo comunque
usciti indenni: consigliandole di tirare comunque giù i finestrini
della macchina anche d’inverno e mettersi nel caso una sciarpa, abbiamo
iniziato a parlare di automobili da corsa. (in foto Iris Apfel)
Terzo tabù
Ammettere di essere disoccupati.
O
comunque di avere ben poco da fare, quindi pochi soldi e ancora meno
buone idee. Di questi tempi è argomento di tristi conversazioni ma, per
fortuna, anche di ottime battute.
Quarto tabù
Vergognarsi di inventare stupide battute.
L’altro
giorno con il Ciro ci siamo ammazzati dalle risate. Ecco la barzelletta
inventata da noi. Un giornalista intervista Michelle Obama. Che cosa
avrebbe fatto se suo marito non fosse stato rieletto? Niente, avrei
preso Barack e burattini e sarei tornata a Chicago.
Insomma,
avrete capito che questo blog è fatto per cazzeggiare. Ma sarà pieno
anche di notizie e consigli interessanti (almeno spero lo siano per
voi) e senza tabù ovviamente.
Tipo
Leggete “Le affinità alchemiche”, edito da Mondadori.
Normalmente non consiglio mai libri che non ho letto ma già tre persone
fidate me lo hanno segnalato. Gaia Coltorti, vent’anni, al suo esordio
letterario, scrive un nuovo Romeo e Giulietta abbattendo il tabù
dell’incesto. Appena torno da NY me lo compro, lo leggo e vi saprò dire.
Invece ho appena finito “Innamoramenti”, Javier Marvas, Einaudi,
romanzo rosa intellettuale (cade anche il tabù del romanzetto per
signora stupido e banale) e “Giornata ideale, per un matrimonio”, Julia
Strachey, Bur, illuminante per stroncare il tabù della timidezza: meglio
dire quel che si prova. Se non lo si fa si rischia di rovinarsi tutta
la vita. E, visto che il libro è stato scritto nel 1932 c’è da pensare,
con immenso sollievo, che la natura dell’uomo non cambia mai. Nonostante
la tecnologia che incombe.
Comunque la prossima puntata di
MicTic sarà tutta sulla moda, terrificante ossessione di molti in giro
per il mondo. E, visto che da queste parti sono banditi i tabù, vi farò
vedere il mio disordinatissimo guardaroba. Non che non me ne vergogni…
alla prossima
Michela Gattermayer
(visto? sono senza tabù, non mi vergogno delle scemenze scritte e future)
ps: chi volesse scrivere dei propri tabù o, semplicemente partecipare al mio cazzeggio, può farlo qui sotto….
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