02/04/13

L'insostenibile pesantezza di certe parole

Io non ce la faccio proprio a sentire certe cose. Liberi tutti, ovvio, di esprimersi come vogliono.
Ma le stonature fanno male alle orecchie

Parola numero uno: bentrovati
Ma che cosa è successo ai conduttori televisivi? Come mai iniziano la trasmissione con "bentrovati"? Non è un saluto, non è un invito, non è niente. Non è sempre, comunque sicuramente più, elegante signore e signori buonasera (o buongiorno buonpomeriggio buonanotte)? Lo sappiamo, in questi tempi di crisi c’è poco di buono ma mi chiedo: se mi dici bentrovato si presuppone che io mi sia perso da qualche parte. Il che è anche vero ma non mi va di farlo sapere a tutti. E non è che le notizie del Tigì o le risposte delle interviste mi aiutino a trovarmi, anzi. Nel novanta percento dei casi mi confondono di più: o m’incasinano le tante informazioni, o le risposte non sono all’altezza o il mondo va a rotoli e tu ti preoccupi e ti riperdi. E poi io vedo te ma tu non vedi me. Come fai a sapere che sto bene, che ho, come diceva il nonno, una bella cera? lascialo dire al me, tuttalpiù, se ti trovo bene. E come la mettiamo dopo la pausa pubblicità (sempre il nonno la chiamava réclame, magnifica parola)? Benritrovati, mi dicono. E qui convengo: mi sono persa correndo su e giù per i tornanti a bordo dell’ultimo bolide, mi viene nostalgia degli assorbenti visto che fra un po’ sarò in menopausa, e mi ritrovo prigioniera del muco (adoro questo spot dell’assurdo) quindi benvenga qualsiasi principe azzurro che mi ritrovi, me ne liberi (dal muco) e mi porti via. Però mi sento di dissentire. Quindi buonanotte.

Parola numero due: quantaltro
No comment. Dico solo: smettetela.

Parola numero tre: anche-no (e la variante anche-sì)
O è sì o è no. D’accordo, è un rafforzativo. E faccio ammenda: i ho usato anche no persino in uno strillo di copertina. Ma non lo usava nessuno, è stato un po’ come quando ho scritto che il tubino maculato sta bene a tutti. Ho informato su una tendenza, in molte ci hanno creduto e ho fatto danni. Me ne scuso, starò più attenta in futuro. Ma anche-no, non si può proprio sentire, e dire.

Jonathan Pierini, "Anche dire italiano non ha più molto senso", Poster 70x100 cm, stampa digitale


Parola numero quattro: tantaroba
Normalmente ti dicono che sei tantaroba e tu pensi subito al tuo peso e alla ciccia, invece vorrebbe essere un complimento, vuol dire che sei intelligente. Oppure ti dicono che sei tantaroba, quindi troppo per qualsiasi uomo che s’intende cerebroleso quindi mai alla tua altezza. La senti spesso, tantaroba, all’uscita del cinema. E non capisci mai se il film gli è piaciuto. Per me tantaroba è quello che ho in casa, visto che sono un’accumulatrice, e nei miei armadi, vergognosi (qui vi faccio una foto così, giusto un assaggino). L’unica tantaroba che mi piace sta su una tavola imbandita con ogni bendidio.

Parola numero cinque: allevolte
Lo usa qualcuno al posto d cioè. Mi piaceva di più cioè.

Parola numero sei: dettociò
(con le varianti ciodetto e dettoquesto)
Mi rendo conto che nella lingua parlata non c’è il punto e a capo però non serve tutte le volte ribadire il concetto in questo modo: qualsiasi discorso sembra un preambolo, e non si arriva mai alla conclusione. O, peggio, il finale sarà sempre deludente se il ciò detto, in realtà, è il succo del discorso. Dettoquesto, non parlo più.

ps credo di essere l’unica a conoscere una persona che dice ancora "ciao bella gioia" (era di moda nel 1973 e lo sa chi ricorda Cochi e Renato ne "Il Poeta e il contadino"); anche se ci piace tanto usare l’inglese (non a me ma a tutti quelli che incontro) basta con questo less-is-more, ma anche con never-say-never (che mi piace un sacco): io non mi metterò mai una pinza in testa, per esempio. E lo sottoscrivo. E quando ti dicono sta’ serena (la variante atroce è tranqui che si legge tranchi)? Divento pazza. Ma mai come quando leggo sui giornali che la Cina è vicina: negli ultimi vent’anni sarà successo migliaia di volte. E allora, qui lo dico e qui lo nego come fanno in molti ma non io, vi saluto con un ciao cara

4 commenti:

  1. voglio vedere il tuo guardaroba, cara accumulatrice!

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    1. presto ne faremo una o più puntate, vista la mole

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  2. Per non dire del "piuttosto che" al posto di "oppure" o di quell'ridondante "assolutamente sì": perché la risposta affermativa non basta?

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  3. D'accordissimo. Prossima puntata tutta su "La Cina è vicina".

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