29/07/13

SALDI SALDI SALDI ... ...

… tanti saldi
beati siano i saldi
i beneamati saldi perché
chi ha tanti saldi vive come un pascià
e a piedi caldi se ne sta
… prendi, spandi e spendi
… saldi, saldi, saldi, toccasana
di questa quotidiana
battaglia della grana perché
chi ha tanti saldi vive come un pascià





Veramente ho fatto un plagio: la canzone è “Soldi, soldi, soldi” e per chi non lo sapesse (i giovanissimi immagino)  l’ha scritta Gorni Kramer insieme a Pietro Garinei e Sandro Giovannini nel 1959. Guardando su Internet scopro che l’hanno cantata un po’ tutti: Betty Curtis nel 1962 (c’è un video strepitoso che fa venire nostalgia per come si facevano bene le cose negli anni Sessanta con due lire, ma andatevi a vedere quello di Renzo e Luana che non so chi siano ma hanno un’orchestra stile Raoul Casadei); Ivan Cattaneo negli anni Ottanta; Mina (che la inserisce in un Medley nel 1974 a Gran Varietà, insieme a Walter Chiari (cercatelo in rete fa schiantare); Sophia Loren (canta benissimo, non lo sapevo, ascoltatela con le vostre orecchie); gli Articolo 31 hanno preso solo il titolo per fare una denuncia sociale e Renato Zero canta solo “Soldi” non moltiplicati per tre (non c’entra niente ma era così per dire).
Come sempre mi perdo via, e dovrei tornare all’argomento moda.


















È che volevo parlare di saldi che con la moda c’entrano eccome e saldi e soldi sono sempre legati a filo doppio. Perché per partecipare ai saldi ci vogliono i soldini, magari non tanti. Perché con i saldi si risparmiano i soldi. E perché basta cambiare la O e metterci una A perché i soldi diventino saldi.
Ho usato la parola partecipare non  a caso perché i saldi sono un gioco o una gara, dipenda da come uno li vive. Per me sono un gioco, se a qualcuno interessa sapere dove mi metto io.

Ma ci sono delle pazze in giro che si allenano per settimane come se dovessero partecipare alla maratona di New York: armate di smartphone o macchina fotografica passano al setaccio tutti i negozi, scattano l’oggetto del desiderio e il relativo cartellino del prezzo così potranno fare il confronto senza farsi imbrogliare. Una volta fotografato tutto quello che vorrebbero comprarsi, stampano e appiccicano si grandi fogli appesi al muro e costruiscono la mappa per l’inseguimento. Se siete appassionati di thriller, spy story, polizieschi, serial killer e cose così sapete che è il sistema che usano gli esperti investigatori e quelli della Cia e FBI per centrare l’obiettivo o catturare il nemico pubblico. Ecco le saldi addice sono come agenti segreti, e vanno a colpo sicuro. Mica come me che vago per negozi visto che mi piacciono tutti. Soprattutto mi piace ravanare con le mie manine nelle ceste delle occasioni tutto a 1 euro e adoro spiare cosa comprano le altre donne. Io la butto su informazione professionale di carattere sociologico, in realtà sono curiosa come una scimmia e mi piace farmi un po’ i fatti degli altri (per fortuna sono smemorata, quindi una cosa entra in un orecchio o in un occhi, me la godo e poi me la dimentico).
















I dati di quest’anno dicono che ogni italiano ha a disposizione per l’edizione saldi estate 2013 100 euro. Non sono molti, ma se si sa ottimizzare con 100 euro puoi portare a casa una sacchettata di roba. Infatti solo Zara e H&M sono pieni come uova, con la gente in coda ai camerini e alle casse (sfido, occhiali bellssimi a 3 euro, T-shirt a 2, camicie a 9, scarpe a 10 e via scontrinando). Non sono qui a fare l’imbonitore e nemmeno a dare regole del gioco. Mi fanno morire dal ridere i quotidiani che parlano di politica, guerre, economia, femminicidio e poi ci infilano il pezzo sui saldi che tutti gli anni è sempre lo stesso: il presidente dell’associazione dei commercianti che si dice preoccupato ma speranzoso, l’esperta di shopping che consiglia come fare, i negozianti che ti dicono di stare attenta agli imbrogli (ma se io voglio comprarmi un piumino dell’anno scorso anche se è luglio perché non posso farlo?). L’unica cosa che è cambiate è che non pubblicano più le foto delle coda davanti alle vetrine. Ai bei tempi precrisi erano code chilometriche, c’era gente che ci si metteva, in coda, alle cinque della mattina e le associazioni di via offrivano cappuccio e brioche ai loro eroi dello shopping. Ora l’unica coda che mi ha spaventato è quella davanti al temporary store della Coca-Cola perché ti fanno la lattina personalizzata con il tuo nome. Non credevo ai miei occhi: ho fatto un calcolo veloce e l’ultimo della fila ci avrebbe messo più di tre ore per avere l’oggetto di culto. Immagino siano collezionisti e che nessuno avrà il coraggio di bersela la cocacola Francesca o Aldo. Devo dire che Michi Coke ci sta bene. Anzi per una volta dovrei usare la K: Miki-Coke. Potrei registrare il nome, chissamai cone non possa fare tanti soldi, soldi, soldi da spendere in saldi, saldi, saldi…

Ps questa volta il pezzo di moda è un post scriptum, scusatemi davvero è che non riesco a trattenere il flusso dei pensieri. Ecco qui il compitino giusto che ci si aspetta da una esperta (lo dicono gli altri) di moda. Cosa comprarsi.
    •    Approfittare dei saldi per un acquisto impegnativo e griffato, tipo il cappottino che non passa di moda, i sandali che userai tutti i giorni ma costano troppo, le camicie che si mettono anche d’inverno.
    •    Non farsi prendere la mano e comprare così a quintalate. Però se vi piacciono molto certe magliette che per voi sono un passepartout riempitevi le braccia e agite.
    •    Io a ogni saldo mi compro un paio di jeans, che non scadono mai. Per me è un porta buono ma il risultato è un armadio impossibile (non so resistere, e comunque se devo fare una media li metto cinque giorni su sette).
    •    Fate la vostra bella coda il primo giorno solo se siete davvero interessate a qualcosa di preciso in quel negozio. Altrimenti aspettate l’ultimo giorno che i prezzi si abbassano ulteriormente e potete fare davvero gli affari (fermo restando che se avete un grande sogno potete andare nei negozi anche dieci giorni prima dell’inizio ufficiale delle grandi svendite: lo sconto te lo fanno comunque).
    •    Se chiedete a me io mi sono già comprata un paio di sandali di Isabel Marant, una borsa di lino di Too Be, un paio di jeans Replay, due paia di occhiali e una serie di camicie da H&M, un gilet di pelle di Marni e sto facendo il filo a una tracolla di Givenchy che però anche al 50% costa troppo, mi sa che questa volta lascio. E già così ho superato il budget di un bel po’. Vorrà dire che starò a dieta, il che non è mai male.

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